giovedì 28 marzo 2013

CONOSCIAMOLI MEGLIO: FABIO GIUMAN



A 44 anni Fabio Giuman, allenatore originario di Marghera, ha deciso che era venuto il momento giusto per rimettersi in gioco: “dopo una vita calcistica nella mia città d'origine, avevo voglia di una nuova sfida e parlando con Bernardo Chinellato ho capito che l'Union Pro mi stava proponendo un progetto serio. Questo soprattutto in riferimento a un settore giovanile importante incentrato su una precisa metodologia di lavoro e sull'importanza data alla crescita del giovane giocatore”. A Giuman stare a contatto con i giovani piace eccome e i risultati della sua squadra, gli allievi sperimentali, sono li a dimostrarlo. “Aldilà della classifica, dove siamo comunque secondi, sono molto contento della crescita dei miei ragazzi, specialmente dal punto di vista dell'attenzione”. A proposito di questo punto l'allenatore precisa come a inizio anno, la mentalità generale fosse piuttosto distante da quella attuale. I giocatori si comportavano infatti come al campetto dell'oratorio dove conta solo giocare senza dare troppa importanza al ruolo e alla posizione in campo. “Ho deciso di puntare molto sulla disponibilità, che definirei la parola chiave che ha contraddistinto l'annata in corso. Ad ogni partita chiedo ai miei giocatori di essere sempre disponibili a partecipare al gioco anche quando la palla è lontana, mantenendo la posizione giusta e facendo attenzione perchè basta un lancio lungo per essere chiamati in causa.” Questa mentalità è figlia dell'osservazione, in quanto molte squadre giovanili, secondo Giuman, tendono a giocare la palla specialmente con gli elementi migliori, senza coinvolgere adeguatamente tutta la squadra. Tra i giocatori più importanti nell'undici ideale del nostro allenatore vi sono sicuramente gli esterni e i terzini, a cui è richiesto un grande sacrificio sia in fase offensiva, e quindi di possesso palla, sia in fase difensiva concentrandosi sull'interdizione.“Solitamente prediligo giocare con un 4-3-3 e, nonostante i miei trascorsi da centravanti, curo molto anche la fase difensiva” spiega Fabio, il quale ha intrapreso la carriera di allenatore non molto tempo fa. Dopo gli inizi nel settore giovanile del Marghera, Giuman disputerà da calciatore numerosi campionati di Promozione fino all'età di 37 anni. Ed è proprio nella società in cui è cresciuto che gli viene affidato il primo incarico nell'area tecnica: “ho iniziato per gioco in quanto mi è stato chiesto di seguire i pulcini nello stesso periodo in cui accompagnavo mio figlio ai suoi primi allenamenti”. L'esperienza si rivelerà molto positiva tant'è che dopo tre anni il presidente Massimo Senin lo promuove alla guida della prima squadra. Una bella soddisfazione per Fabio che nel frattempo aveva accresciuto il suo bagaglio tecnico conseguendo il patentino Uefa B (valido per allenare fino alla serie D) e partecipando al campionato Beretti nel 2008, in qualità di vice dell'allenatore del Venezia Sandro Perini. In Laguna Giuman ha avuto la possibilità di vedere all'opera anche la prima squadra e di imparare nuovi metodi di allenamento come, ad esempio, la suddivisione dei giocatori in diversi gruppi di lavoro. “In questo modo è possibile ottimizzare i tempi e lavorare meglio sia sull'aspetto fisico che su quello tecnico-tattico”spiega il mister. Per far questo però bisogna essere almeno in due ed è quindi fondamentale, in riferimento all'Union Pro, la presenza del preparatore atletico Francesco Stefanelli con il quale Giuman ha stretto una grande collaborazione. Tornando all'esperienza di allenatore a Marghera come dicevamo Giuman prende in mano la prima squadra e riesce per tre stagioni consecutive a centrare l'obiettivo della permanenza in prima categoria sfiorando addirittura la promozione nel 2011. L'ultimo anno invece i risultati non sono andati secondo le aspettative e il nostro mister ha preferito rassegnare le dimissioni: “volevo dare un segnale forte alla squadra aspettandomi una sua reazione e infatti a fine anno sono riusciti a salvarsi vincendo il playout”. I rapporti con la dirigenza sono comunque rimasti ottimi tant'è che Giuman ha finito la scorsa stagione allenando gli esordienti. Alla luce della sua esperienza Fabio racconta di aver avuto più soddisfazione ad allenare nel settore giovanile in quanto è più semplice trasmettere ai giovani la propria mentalità rispetto ad una prima squadra dove molti giocatori sono già arrivati a una maturazione calcistica. I frutti del suo lavoro si stanno già vedendo anche all'Union Pro dove giocatori come Matteo Bettin ed Alvise Checchin sono stati aggregati agli allievi di Stefano Berto, le prospettive future insomma sono decisamente buone!
  

2 commenti:

  1. Davvero un gran bel lavoro quello che Fabio sta portando avanti con i suoi ragazzi. Complimenti da tutta l' FC UNION PRO !

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  2. primo allenatore che vedo fermarsi a fine allenamento a fare tecnica con alcuni ragazzi.complimenti!

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