Nelle nostre formazioni
juniores, allievi e giovanissimi regionali, sta rivestendo grande
importanza il lavoro del preparatore atletico Francesco Stefanelli.
Una figura questa che opera a stretto contatto con l'allenatore,
curando specialmente la coordinazione motoria, la tenuta fisica e la
postura dei giovani atleti, svolgendo anche una preziosa funzione di
prevenzione infortuni. “Il calcio
di oggi è molto cambiato – spiega Stefanelli- e richiede tutte le
capacità atletiche (forza,resistenza, velocità) esaltate al
massimo. Non è affatto facile portare avanti contemporaneamente
queste tre componenti se la distribuzione dei carichi di lavoro, la
metodologia e soprattutto i tempi di recupero non sono giusti”. A
questa considerazione si aggiunge un'altra difficoltà legata
all'attuale stile di vita dei nostri ragazzi: “rispetto al passato,
dove ci si muoveva molto di più all'aria aperta, oggi lo stile di
vita è molto più sedentario. Questo ha comportato l'insorgere di
molti problemi posturali per i ragazzi che cominciano ad avere molto
presto mal di schiena, dolori alle ginocchia e i piedi piatti”. La
ricetta del nostro preparatore per risolvere questi rischi è quella
di affinare i metodi di allenamenti curando molto i particolari: “ora
sto studiando un libro scritto dal preparatore atletico di Mourinho,
Rui Farias, perchè reputo importantissimo l'essere sempre aggiornato
sul mio settore di competenza” ci svela Francesco. E dire che per
lui l'attività sportiva è sempre stata una semplice ma al tempo
stesso smisurata passione, che nel corso degli anni lo ha portato a
cimentarsi con tantissimi sport ultimo dei quali il calcio, a partire
dal 2006. “Ancora oggi faccio fatica ad apprezzare l'ambiente
calcistico visto che molti tifosi fanno troppe polemiche esasperate
al limite dell'educazione e troppe critiche affrettate, spesso senza
conoscere neppure l'argomento di cui si sta parlando. Credo che il
calcio dovrebbe essere preso in maniera più sportiva, a me ad
esempio entusiasma molto il lato agonistico e la grinta e
determinazione che i giocatori mettono in campo per vincere”. Se
guardiamo però agli inizi di Stefanelli, nato nel 1963 in Germania
ma trasferitosi subito dopo ad Arnesano in provincia di Lecce, è
doveroso partire dall'atletica leggera. “Fin da piccolo per me
correre veloce e saltare più in alto di tutti i miei compagni era
una cosa che dovevo fare per forza e così a 9 anni iniziai a farlo
sul serio presso la Polisportiva del mio paese dove avevo anche la
possibilità di cimentarmi con la pallavolo, altro sport che amavo
praticare”. All'età di 17 anni decise di completare gli studi
presso la Marina militare dove entrò subito a far parte del gruppo
sportivo, laureandosi campione italiano nella staffetta. “Una delle
più belle esperienze di quegli anni, oltre al privilegio e
all'emozione di aver corso contro il mio idolo Pietro Mennea in
occasione di un meeting regionale, fu la partecipazione a una gara
nazionale di Decathlon che mi gratificò moltissimo nonostante non
avessi mai svolto allenamenti specifici per alcune delle dieci
discipline.” Nel 1992 Francesco venne trasferito presso la sede
della capitaneria portuale di Venezia ed è proprio allenandosi nelle
vicinanze della sua casa di Oriago che conosce Mario del Giudice, uno
dei tecnici di spicco a livello nazionale, il quale lo spinse a
partecipare al corso per Tecnici Istruttori FIDAL. Una volta ottenuto
il brevetto, Stefanelli continua ad allenarsi fino a quando dei
fastidi muscolari al tendine d'achille lo costringono al ritiro alla
soglia dei quarant'anni. Trasferitosi da Oriago a Campalto nel 2001,
il nostro preparatore, incapace di rinunciare all'attività fisica,
decide di dedicarsi al nuoto per due anni prima che il figlio inizi a frequentare il campo da calcio adiacente alla sua abitazione a
partire dal 2006. “ Dopo le prime settimane di allenamento
di mio figlio a Campalto, assisto alle prime partite e noto che quei
ragazzini mancavano della più elementare preparazione e tenuta
atletica, calando moltissimo nel secondo tempo dove prendevano una
valanga di gol. Mi proposi al DS di allora, Bruno Listuzzi che
organizzo' una riunione con tutti i mister, facendo presente che da
quel momento, per chi lo volesse, potevo essere di aiuto.”
L'accoglienza però non si rivelò essere cordiale, anzi, lo
scetticismo e la diffidenza che riguardavano l'utilità del suo ruolo
lo accompagnarono durante i primi anni. “Lo stesso Del Giudice, al
quale ho confidato le mie difficoltà, concluse che la cultura del
lavoro non rientrava nella mentalità calcistica. Questa
frase fu per me una sfida: e perchè non provare a cambiare questa
mentalità? Ma per farlo avevo bisogno di persone che credessero nel
mio lavoro e per credere dovevo essere in grado di dimostrarlo con
merito. Le prime persone con le quali mi trovai a meraviglia furono
Marco Fantinato e l'allenatore della juniores Renato con il quale
disputammo un buon campionato. Purtroppo la società non era bene
organizzata e col tempo ho capito che anche le promesse di miglioria
della dirigenza non venivano poi rispettate”. Così dopo tre
campionati a Campalto, nell'estate 2009 Stefanelli decide di
cambiare aria accettando la proposta della prima squadra del Calvi
Noale, allora in seconda categoria. Gli inizi furono positivi ma
purtroppo il mister di allora perse progressivamente la fiducia della
squadra e della dirigenza venendo sollevato dall'incarico a cinque
giornate dal termine del campionato: “il presidente Marco Dal
Bianco, al quale va tutta la mia riconoscenza per l'esperienza
concessami, mi chiese di rimanere in quanto avevano un progetto per
gli anni futuri ma il nuovo mister Malerba mi mise da parte, volendo
gestire la squadra in completa autonomia. A quel punto, complice la
mia stanchezza a causa dei lunghi spostamenti verso il campo, presi
la decisione di mollare tutto a tre giornate dalla fine”. L'anno
dopo torna così a Campalto dove, nonostante una situazione
societaria sempre più difficile con gli stessi atleti che talvolta
ci rimettevano di tasca propria per recarsi alle partite,
contribuisce alla vittoria del campionato di seconda categoria. A
metà del 2011, su segnalazione di Fantinato, prende contatti con
Bernardo Chinellato che gli espone il progetto dell'allora Pro
Mogliano: “fui sorpreso in positivo dalla sua accoglienza e il
programma mi entusiasmò. Ebbi nel frattempo diverse offerte da altre
società ma la sensazione che avevo avuto nel conoscere Bernardo mi
aveva dato fiducia e sapevo che avrei reso di più in questo ambiente
e con questo genere di persone”. Dopo un anno di esperienza
Francesco si è reso conto che qui è possibile lavorare con tranquillità, pensando solo a fare bene assieme
senza lasciarsi andare a facili entusiasmi. Nel suo lavoro di
preparatore, che svolge tre volte a settimana, Stefanelli si definisce
una persona che pretende molto sia da se stesso che dai ragazzi che
allena: “ogni volta voglio tornare a casa convinto di aver fatto
l'allenamento giusto. Il giorno dopo sono di nuovo al lavoro
riflettendo su quanto fatto e come hanno risposto i ragazzi,
eventualmente correggendo e programmando in modo diverso
l'allenamento successivo per non andare incontro alla monotonia,
l'errore in assoluto da evitare nel calcio”. Stefanelli, per cui
l'attività che svolge in campo costituisce solo un divertimento
senza particolari ambizioni, pensa che sia proprio in un settore
giovanile che bisogna costruire il campione del futuro, oppure
semplicemente aiutare un ragazzino a migliorarsi: “ora penso solo a
ripagare della fiducia che mi ha dato la società Union Pro
continuando a seguire i ragazzi con impegno e passione e sperando di
guadagnarmi, grazie ai risultati ottenuti, la riconferma anche per la
prossima stagione”.
giovedì 11 aprile 2013
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Grande Francesco, un valore aggiunto sia in termini tecnici che dal punto di vista umano. Elemento prezioso!
RispondiEliminaGrande persona e grande professionalità.
RispondiEliminaMister Rado
I ragazzi ne parlano benissimo... quand'è così significa qualcosa...
RispondiEliminaApprezzo moltissimo il suo modo di porsi nei confronti dello sport e dei suoi valori sia dentro che fuori dal campo. Mette sempre tutto sè stesso in ciò che fa e lo fa bene e professionamalmente parlano per lui i risultati ed i progressi fatti dai ragazzi.
RispondiEliminaGrazie Francesco!
Grazie Pres, e grazie a tutti quanti a cominciare dagli autisti, Sergio, tutti i Mister e tutta la dirigenza. I risultati arrivano se le persone singolarmente nel rispetto del proprio ruolo, ti metteno in condizione di lavorare bene. Speriamo adesso in un bel finale di stagione......
RispondiEliminaScusate ma ho dimenticato i collaboratori (papà), preziosissimi !!!
RispondiEliminami fa piacere leggere che qualche società metta attenzione su aspetti motori e coordinativi, il lavoro è tanto da fare a partire dai dirigenti delle federazioni che non impongono figure così importanti, passando per i mister che spesso li vedono come un fastidio..
RispondiEliminaè pieno di ragazzi e ex ragazzi isef o scienze motorie che hanno le competenze specifiche per fare queste mansioni .. non allenatori o mister x da sala pesi o strappati alle loro vecchie gare.. bensì preparatori specifici che hanno studiato per questo e con i titoli adeguati per lavorare nei diversi campi.. bravi che ci investite.